concorso | complesso
parrocchiale di cavernago
e malpaga
malpaga (bg) 2012
Un importante volume massivo e fortemente geometrico in grado di imporre nel territorio un punto di riferimento orizzontale e verticale. Un edificio dove l’economia formale diventa la cifra per aumentare la necessaria tensione tra luce, forme e materiali. Dal punto di vista urbanistico l’architettura della nuova chiesa di Cavernago deve stabilire un nuovo baricentro urbano in grado non di estraniarsi bensì di inserirsi e sovrapporsi con forza alla rigorosa e forse banale ortogonalità dell’impianto urbano e quindi porsi sul territorio come ricerca di immunità dallo spazio esterno cresciuto troppo distante dalla complessità della natura e dei suoi cicli.
- © archivio archos
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Sarà l’imponenza massiva e tettonica del manufatto edilizio, la sua sagoma arcaica, pura e monolitica ad attrarre.
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Inevitabile tuttavia, avvicinandosi, scoprirne la levità, la sua capacità, pur nell’imponenza, di prevenire ogni possibile intonazione retorica o monumentale.
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Il minimalismo simbolico medievale viene ripreso in chiave contemporanea nella lettura non solo delle simbologie ermetiche classiche dei rapporti aurei e delle onde di forma, ma anche nell’indicazione della gerarchia funzionale al rito (attentamente seguita dal liturgista del gruppo di progettazione).
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All’interno l’imponenza del volume esterno si trasforma inaspettatamente in un’architettura di sola luce in grado di assecondare il rito, la liturgia nelle diverse aree di culto, senza interrompere l’unitarietà del luogo. I fronti pressoché ciechi -resi possibili dalla destinazione funzionale a cui non servono affacci verso un inefficace contesto esterno- attraverso l’attento uso di materiali e rivestimenti, alternano in modo impercettibili le pareti opache a quelle traslucide e opalescenti, rendendo, inaspettatamente, l’interno inondato di luce e permeabile al cielo.
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