concorso | nuovo complesso
parrocchiale risurrezione
di nostro signore
viareggio (lu) 2014
La rigenerazione urbana non è un’utopia se architettura, urbanistica e mobilità vengono affrontate in un unico disegno nel quale gli scenari urbani possibili vengono da subito partecipati e condivisi. Le criticità devono attivare necessarie proposte di cambiamento contribuendo a trovare soluzioni coraggiose. La città come il giardino al quale l’uomo e la donna sono stati chiamati a custodire e coltivare. L’edificio della chiesa parrocchiale, non fosse altro che per l’imponente risorsa economica che assorbe, non può limitarsi all’uso esclusivamente liturgico.
- © archivio archos
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L'esterno deve accogliere il prossimo, far si che la gente si avvicini spontaneamente: i bambini, le donne, gli uomini d’affari, gli operai, i disoccupati, le persone importanti e le più semplici. Deve predisporre all’ospitalità e all’inclusione. La sua forma semplice, ma rigorosa, sarà ampia e accogliente, ma definita da un’architettura riconoscibile in grado di “contenere”. La condivisione con la collettività del progetto sin dalle fasi iniziali deve creare appartenenza, orgoglio, identità. Sarà il luogo di tutti, il primo luogo dove gli abitanti del quartiere si troveranno per accogliere in sicurezza gli altri, dove i parrocchiani incontreranno i nuovi arrivati. Deve appartenere al sito e alla sua natura anche se antropizzata e artificiale, una natura comunque preziosa, da proteggere e di cui avere cura.
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Le fronti della chiesa, anche se austere, devono comunicare il desiderio di oltrepassare la soglia. La cura nella progettazione del Giardino dei Gentili sarà pari a quella della chiesa e come quella condivisa in ogni dettaglio. In ogni caso questa piazza urbana sarà quasi del tutto libera, forse pochi grandi alberi, ancora platani, per offrire ombra solo nel periodo caldo.
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