© Studio Archos
La nuova chiesa, che volge le spalle alla strada provinciale, costituisce l’elemento attrattore e riunificatore, in grado di riconnettere e generare ampi spazi urbani immersi nel verde. La sua forma morbida e sinuosa ci porta a cercare e scoprire l’ingresso sul lato opposto, enfatizzato dai due tagli di luce.
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Il bosco si pone come filtro e connettore assicurando comfort non solo emozionale, ma anche in termini di “clima vivibile”. Sostituisce con migliori risultati estetici ed economici barriere acustiche, barriere al vento, condizionando positivamente visive, visuali e coni ottici.
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La sua architettura, lontana da riferimenti terzi, è caratterizzata dalla forma arrotondata, dall’assenza di bucature perimetrali e il forte il contrasto tra membrature perimetrali e copertura conferendole solennità e confidenza, allo scopo di farla diventare un saldo punto di riferimento urbano, ma anche astrazione metafisica rispetto alla convulsa dinamica territoriale.
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La grande arca sospesa all’interno, appoggiata a esili pilastri, conferisce allo spazio una dimensione e un’atmosfera unica, delimitando l’aula liturgica rispetto alle funzioni secondarie, ed amplificando naturalmente la lettura delle scritture sacre e i canti dei fedeli.
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I materiali scelti: cemento grezzo, legno di olmo naturale, metallo e marmo Rosso Verona Magnabosco, si agganciano all’identità locale positivizzandone la memoria ed aumentando l’espressività organica complessiva.
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Il centro pastorale sul limite ovest fa da sfondo alla chiesa ed è pensato come un vero e proprio connettore relazionale tra le aree urbane confinanti. Inoltre, raggruppa gli edifici esistenti, arginando i nuovi parcheggi che completano quelli esistenti.
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