Giardini tenuta
di Colle Massari
cinigiano (gr)
2010
© michele milesi
Il sistema del verde è inteso come un vero e proprio tessuto connettivo, un filtro di flora e fauna che annuncia, divide o collega le diverse funzioni svolte all’interno della Tenuta di Colle Massari. Il progetto tiene conto e impone differenti modelli di manutenzione da dedicare ai differenti “giardini”:
© archivio studio archos
I giardini del castello o dei fiori caratterizzato da grandi macchie di erbacee perenni anche monocrome e da bordure più geometriche realizzate con specie ornamentali non strettamente autoctone, più tipiche di parchi e giardini con la precisa funzione di filtro tra le differenti aree di utilizzo: accesso di rappresentanza al castello, galoppatoio, orti officinali, giardini d’inverno, fitness.
© mauro davoli
La passeggiata romantica - giardino segreto caratterizzato da un percorso simile a quelli che conducono ai roccoli di collina tra siepi tipiche della macchia mediterranea, campi sfalciati e rampicanti a fiore: corniolo, glicine, rosa canina, gelsomini, clematidi, caprifogli, salvia splendens, lavandula, aceri.
© alicolor
Il parco umido, situato a est nella valle dei cinghiali, dove è stato condotto tutto il drenaggio del castello e ricreato un vero e proprio lago dove salici e ontani fanno da fondale a un fitto canneto con funzione biodepurativa mentre una grande varietà di piante acquatiche troverà un habitat naturale e spontaneo.
© mauro davoli
Il parco di Case Nuove caratterizzato dall’alternarsi di altofusti autoctoni a macchia e a filare con arbusti a bordura mista e tappezzanti perenni. Cipresso, olivo, sorbo, quercia, leccio e lidiodendro si alternano con macchie di lavanda, rosmarino, mirto e lentischio costituendo il tessuto connettivo tra i due principali accessi alla Tenuta, quello dalla via di Montecucco e quello da Cinigiano. In questo parco sono collocate due attività molto diverse tra loro: il centro aziendale 2 e l’edificio a destinazione residenziale-ricettiva Case Nuove.
© mauro davoli
© paolo da re
© archivio studio archos